Buongiorno a tutti,
un veloce aneddoto per il beneficio di chi vuole smettere con i vaporizzatori personali più accessibili.
Ho Iniziato a fumare a 16 anni come tanti: per sentirmi più figo, perché le sigarette erano comuni in famiglia, perché lo facevano gli amici, perché... le ragioni sono quelle di tanti e la base di partenza è principalmente emulativa. Ho fumato perché mi piaceva fino ai 33 anni il classico pacchetto, qualche volta anche una metà in più, di Diana Blu e Marlboro Medium.
Viaggiando molto per lavoro, soprattutto nei paesi anglofoni (UK e US) era evidente verso il 2000 che il fumo cominciava a connotarsi negativamente (provate a fumare in California e poi mi dite) e ho fatto qualche tentativo di smettere con i sostituti ma gomme e cerotti sono stati un fallimento e non vincevano l'argine legislativo che impediva il fumo dai luoghi di lavoro e di ritrovo e gli sguardi di disapprovazione e disgusto dei colleghi soprattutto statunitensi, anche perché gli inglesi disapprovano meno per gli aspetti salutistici e invece denigrano il vizio perché estremamente costoso e di solito associato a uno status sociale sostanzialmente sfavorito, come in parte anche in Italia io ormai trovo che sia.
Poi, una sera di tredici anni fa che ricordo ancora, uscendo da una pesante sessione in palestra, ho realizzato che l'efficienza dei miei polmoni non era quella dei miei compagni di spinning. Ma di brutto! Ansimavo con il fiato corto ad ogni pedalata. Avevo 32 anni. Era necessario smettere per davvero, arrivato a casa ho appoggiato il pacchetto di Diana Blu ad una mensola promettendomi che non l'avrei più toccato. Grazie al supporto di mia moglie, che ha sopportato tutte le mie imprecazioni e i miei scatti d'ira causati chiaramente dalla mancanza di nicotina e di quella ritualità associata all sigaretta ormai cementata nelle mie abitudini quotidiane, ho smesso.
Col cavolo! Una settimana dopo ricompro il pacchetto. Do due tirate e butto via la sigaretta. Butto anche il pacchetto. Il giorno dopo lo ricompro, do due tirate e lo ributto. Non poteva andare avanti così, dovevo ancorare meglio la forza di volontà, messa davvero a dura prova: quando cerchi di smettere, i tabaccai sembrano essere dappertutto!
E siamo al secondo momento cruciale. Vado in farmacia e indico che le gomme i cerotti non bastano, chiedendo un'alternativa. Mi viene consigliata una... sigaretta. Sì una sigaretta ma non conteneva tabacco o nicotina, conteneva petali di qualche fiore, rosacee se ricordo bene, che hanno l'effetto di far tossire di brutto non appena se ne aspira il fumo: accesa, ho tossito pesantemente per 5 minuti e questo ha creato finalmente l'associazione tra il gesto e il disgusto. Alla seconda ancora peggio. Due tiri minuscoli e via a tossire di nuovo per qualche minuto. Dopo qualche ora la terza e avanti a tossire. Finalmente avevo trovato la vera lima che ha rotto la mia catena che ho capito essere l'associazione tra nicotina (30%) e ritualità (70%). Sì perché per me l'aspetto rituale della sigaretta era una calamita fortissima nei momenti che richiedevano concentrazione. Quindi: tre sigarette ai petali di rosacee per tossire come un cavallo bolso e annullare l'associazione tra tiro e piacere. Avevo smesso con un percorso introspettivo serio, il supporto di mia moglie, i passaggi giusti.
Passano tredici anni in cui il fumo mi schifava. Mi faceva proprio schifo e non nascondevo le mie considerazioni per la debolezza dei fumatori perché io ce l'avevo fatta, adesso finalmente godevo dei sapori, gli odori, lo sport, della vita di coppia in tutti i sensi e la compagnia degli altri al 110%. Una goduria in tutti i sensi, un senso di libertà finalmente ritrovato e stile di vita attivo senza vincoli.
Poi circa un anno fa arriva una vacanza in montagna con amici, tanti i fumatori. Il gruppo scanzonato, il sorso di grappa in più, le risate, dai prova un tiro. Ci sono ricascato di brutto. Un mese a pensarci e poi ho detto ma dai cosa vuoi che sia, comprati un pacchetto e buttalo via dopo un paio di tiri. Marlboro Light, uno schifo. Davvero. Uno schifo. Rothmans al mentolo. Caspita che buone! Qualche settimana dopo avevo ripreso a 10 sigarette al giorno pensando di poter mollare in ogni momento. Passa qualche mese e mi rendo conto di essere nervoso la sera o la mattina perché non volevo fumare in famiglia, le sigarette in casa non c'erano, restavano in macchina o in ufficio. Era il mio piccolo vizietto, perché confessarlo? Mia moglie non capiva l'odore che avevo addosso e i sospetti c'erano tutti ma una bugia qua, una scusa là, i colleghi che fumano, ero al bar, i vicini fumano in garage...
Non potevo davvero continuare così, bisognava prendere il toro per le corna e lasciare di nuovo le bionde, era questo il mio pensiero ormai ricorrente e, come sopra, i tabaccai cominciavano ad essere dappertutto, ne vedevo le insegne ovunque!
Due settimane fa, per puro caso, vedo in tabacchino la sigaretta elettronica MyBlu e decido di provarla. Non compro le sigarette, spendo 19 Euro per la MyBlu compro un cioccolatino per mia figlia che stavo andando a prendere a scuola. Apro la confezione della MyBlu, monto il pod, do un tiro, tossisco al primo e non al secondo. Terzo. Quarto. Sento la nicotina. Caspita! Il sapore era per me gradevolissimo, la nicotina si sentiva, la sigaretta era piccolissima e discreta, praticamente invisibile. La forma non me la faceva "sentire" una sigaretta, non potevo tenerla come una sigaretta e il tiro era in effetti diverso.
E non ho più acceso una sigaretta da quel momento. Zero! Nada! Due settimane col sorriso la mattina, col sorriso la sera, con il piacere di stare insieme agli altri senza avere addosso quell'odore di posacenere. Mai usata (non mi piace dire "svapata") in casa perché non sento più la necessità del gesto, d'altra parte non è come la sigaretta, le assomiglia ma le sfumature sono diverse a sufficienza per farti sganciare dalla sensazione che da il rotolino di carta.
Trovo che quel tipo di prodotti ad ampia diffusione sia davvero il futuro, sono criticati dai vaper duri e puri ma in realtà sono efficacissimi per sostituire la sigaretta tradizionale perché escono dal ghetto dei negozi di vaping, stanno vicino alle sigarette tradizionali, ti propongono l'alternativa nel momento giusto.
Il punto ora è capire se smettere o meno di vaporizzare, vale sicuramente la pena fare anche quel passaggio perché ci sono alcune zone grigie in termini di contenuto dell'aerosol, composizione degli aromi e presenza di aldeidi. Il settore è, diciamolo francamente, un po' selvaggio e in mano ad aziende che sfornano prodotti senza troppi regolamenti vincolanti sia nel settore del hardware che dei liquidi e aromi. Su internet ci sono evidenze serie e non sono tutte esattamente favorevoli ma questo lo sappiamo tutti se siamo degli adulti.
Ma a questo punto smettere mi sembra meno difficile e penso che lo farò ma voglio godermi l'esperienza del "vapore" per un po'.
Se questo righe possono servire a convincere qualche fumatore, non esitate a diffonderle.
Grazie per l'attenzione e un saluto a tutti,
Francesco
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