non è strettamente legata alla e-sig, riguarda la nicotina in sospensione delle analogiche ma potrebbe interessare anche le esig
Corriere della sera - venerdì 12/02/2010
Il fumo di terza mano Resta per un mese e «avvelena» le stanze
La nicotina si combina con l’inquinamento
MILANO— Non solo fa male fumare, non solo fa male vivere vicino a chi fuma, ma fa male anche stare in una stanza o in un’automobile dove qualcuno ha fumato il giorno prima, la settimana prima o addirittura il mese prima. Anche il fumo di terza mano può provocare danni alla salute, come hanno appena dimostrato ricercatori californiani di Berkeley, guidati da Hugo Destaillats, con uno studio pubblicato su «Pnas». Quando il tabacco brucia, la nicotina si trasforma in vapore e viene facilmente assorbita dalle tappezzerie, dalla moquette, dalle tende, dai mobili e vi rimane a lungo. Risultato: una gran puzza difficile da mandar via, ma, peggio ancora, un nuovo rischio per i non fumatori.
La nicotina dà dipendenza, ma non è considerata tossica in senso stretto; quando però si combina con l’acido nitroso, un inquinante ambientale prodotto soprattutto dalle apparecchiature a gas, dà origine a composti chiamati Tsna, cioè nitrosammine specifiche del tabacco, diverse da quelle presenti nel fumo di prima mano, ma ugualmente cancerogene. I ricercatori lo hanno dimostrato con un test di laboratorio dove hanno utilizzato, come modello di materiale indoor, superfici di cellulosa esposte a acido nitroso, evidenziando un aumento fino a dieci volte delle quantità di nitrosammine che si possono formare.
Non contenti, gli studiosi hanno ripetuto l’esperimento nelle cabine dei camion di forti fumatori: i motori, infatti, producono acido nitroso che finisce poi nell’abitacolo. E hanno trovato anche qui elevati livelli di Tsna su tutte le superfici. A questo punto la soluzione, per i dipendenti dalla sigaretta, potrebbe essere quella di fumare all’aperto. Certo, sempre meglio che al chiuso, ma nemmeno così si eliminano i rischi. Perché la nicotina impregna i vestiti e la pelle del fumatore: uscita dalla porta, rientra dalla finestra, continuando a inquinare.
«Il rischio maggiore — ha commentato Lara Gundel, uno degli autori dello studio — è per i bambini. La nicotina finisce sulla loro pelle, basta tenerli in braccio». Le nitrosammine, una volta inalate, ingerite o assorbite attraverso la pelle, possono essere estremamente pericolose. Per mettersi al riparo non rimane altro che «bonificare» gli ambienti dove si è fumato a lungo, lavando tende, togliendo moquette e cambiando fodera ai divani.
Ma non tutti sono d’accordo con questi allarmi, soprattutto, come è prevedibile, la lobby dei fumatori. Che commenta, per voce di Simon Clark del gruppo inglese Forest: «È la dose che fa diventare veleno un veleno e non c’è evidenza che l’esposizione a piccole quantità, come quelle di cui parla la ricerca, siano dannose».
Segnalibri