Fumare ovunque e senza paure
MARCO BELPOLITI PER LA STAMPA - 18 gennaio 2010
Alberto è al ristorante e ha terminato di mangiare. Dalla tasca della giacca estrae una sigaretta e inizia tranquillamente a fumare.
Gli altri commensali lo guardano stupefatti. Subito accorre il cameriere che lo invita a uscire dal locale. Alberto sorride e gli mostra
l’oggetto che ha in bocca: non ha odore di tabacco e il fumo è vapore. La sigaretta non è altro che un involucro di plastica e metallo;
si chiama «Life Sigaretta Elettronica».
Nell’involucro ci sono una cartuccia e una batteria ricaricabile; nella cartuccia-filtro, invece, acqua, glicol propilene, aroma di tabacco
e nicotina. Corrisponde al contenuto di 30 sigarette «vere»: un aggeggio elettronico che dà la sensazione di fumare davvero. Nel kit, dal
costo di 120 €, ci sono due batterie da cellulare, un caricatore e cinque cartucce. Nelle farmacie italiane il nuovo prodotto è andato a ruba:
consente di farla in barba alla legge del 2003, e anche di non perdere il vizio. Ma l’acquistano anche coloro che sono decisi a smettere, poiché
la sigaretta elettronica sembra ridurre i rischi del cancro.
La sigaretta, invenzione probabilmente azteca, è legata alla guerra. La sua prima diffusione si ebbe con la guerra di Crimea, nel 1854, quando i
soldati europei tornarono avendo imparato a rollarla dai Turchi; durante la Prima guerra mondiale, in trincea, molti presero a fumare per via del
pericolo incombente. Dopo ogni conflitto, il numero dei fumatori sembra crescere, così come cambia il modo di tenerla in bocca.
Italo Calvino, in un ricordo di Roland Barthes, il semiologo francese, rammentava il suo modo di reggere la sigaretta pendente all’angolo della
bocca di chi era stato giovane prima della Seconda guerra mondiale. Come cambierà ora con la sigaretta elettronica la posizione tra le labbra?
Difficile dirlo. Forse l’oggetto falso-vero porterà a una sorta di esibizionismo: «Life» al centro per via del maggior peso. Tutto diventa elettronico,
anche il fumo; la guerra, poi, si è trasferita dalle trincee agli openspace degli uffici: la paura di perdere il posto.
Fumare, anche solo un succedaneo, aiuta.
Breve nota : bisognerebbe spiegare a certi giornalisti che il mondo dell'e-cig è ben più vasto della "life", e anche molto meno caro....
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