Riprendendo il noioso discorso sulla temperatura raggiunta dalla resistenza, possono presentarsi situazioni in cui si ha un eccessivo riscaldamento della struttura metallica (conetto e parte superiore della batteria) ma poco vapore prodotto.
L’istinto porterebbe a controllare la tensione della batteria e la resistenza dell’atom, per vedere se c’è qualcosa che non va, ma in molti casi è tutto regolare dal punto di vista elettrico.
Quindi, per quanto è stato detto in precedenza, la potenza viene resa dalla resistenza e comunque da qualche parte deve andare.
Motivo 1: lo scaldabagno elettrico.

Anche un boiler elettrico (cito questo perché è un sistema a potenza imposta come il nostro atom), dopo diversi anni di onorato funzionamento, comincia a non scaldare l’acqua come prima e a volte il termostato “stacca” al raggiungimento della massima temperatura impostata ma l’acqua è tiepidina. Ma il contatore elettrico "corre" come prima (anzi, a volte di più)

Come molti di voi sanno, il problema è nelle incrostazioni di calcare (che vive a Roma ne sa qualcosa….) dovute ai sali disciolti (calcio e magnesio) nell’acqua che, ad alte temperature, si depositano nei punti più caldi, perché diminuisce la lo solubilità al crescere della temperatura. Questo strato, più o meno spesso, costituisce una “resistenza termica” aggiuntiva al passaggio di calore, cioè diminuisce il valore di h (il coefficiente di scambio termico) di cui parlavo prima. Questo, come sappiamo provoca un aumento di temperatura della resistenza che deve comunque smaltire la potenza termica. Parte di questa potenza viene assorbita dallo strato di incrostazioni che, essendo attaccato alla resistenza, sottrae potenza al fluido. All’innalzarsi della temperatura della resistenza aumentano poi le dispersioni per altre vie (conduzione verso la struttura che mantiene la resistenza in posizione), che si scaldano al posto dell'acqua.
Se il nostro atomizzatore è un po’ incrostato o la resistenza è ricoperta da “mappazze” residue di vari e-liquid, l’effetto è in parte questo descritto per lo scaldabagno elettrico.
Non che ci siano eccessivi depositi di calcare derivanti dall'acqua nel nostro atom, anche se alla lunga il dry-burn dopo un bel risciacquo con l’acqua romana qualcosina lascia (ne avevo parlato tanto tempo fa: prima di asciugare un atom bagnato con il riscaldamento sarebbe meglio eliminate il più possibile l’acqua “meccanicamente” soffiando, anche se è l’evaporazione dell’acqua che ha permeato le incrostazioni durante il riscaldamento che contribuisce a facilitare la loro rimozione, "rompendole"), ma le incrostazioni sono dovute probabilmente alla precipitazione di componenti contenuti negli aromi o all’addensamento del VG a basse temperature (questo è un problema di “start-up del sistema che si risolve dopo le prime tirate di preriscaldamento. Il VG comincia a “solidificare” a 18°C e ci fate le supposte….).
[P.s. OT: Riscaldare l'acqua con uno scaldabagno elettrico, se si pùò fare altrimenti (scaldabagno a gas o pannelli solari) è un assurdo energetico e un "fiancheggiamento" all'attentato contro l'ambiente... /OT]

Motivo 2 (non necessariamente alternativo al Motivo 1, ma anche concomitante): l’irraggiamento.
Come possiamo notare, i nostri e-liquidi sono più o meno trasparenti. Questo significa che vengono attraversati dalla “radiazione termica” senza quasi assorbirla. (una radiazione di tipo diverso invece è ben assorbita dall'acqua: le microonde). Questa radiazione, emessa dalla resistenza ad “alta” temperatura (maggiore è la temperatura maggiore è l’energia emessa) attraversa il liquido e viene assorbita invece dalle strutture metalliche “visibili” dalla resistenza (il ponte e il conetto, essenzialmente, ma anche la nostra lingua appoggiata al foro del drip!). All’aumentare della temperatura della resistenza aumenta la percentuale di energia ceduta per irraggiamento (scarsamente assorbita dal liquido) rispetto a quella per “convezione” (di cui abbiamo parlato ieri, che va tutta al liquido).
Se inseriamo troppo liquido nell’atom e si crea una “pozzanghera” sulla resistenza (atom allagato), potrebbe verificarsi, anche indipendentemente dalla presenza delle incrostazioni, una situazione come quella descritta nel mio post della notte scorsa: si forma un film di vapore sulla resistenza che non riesce ad “uscire” facilmente dalla pozza di liquido, la resistenza si surriscalda, cede molto calore per irraggiamento e conduzione alle strutture “a vista” e a contatto rispettivamente, le quali si scaldano molto, il liquido rimane in gran parte più freddo, e l’atom gorgoglia quando aspiro ma esce poco fumo.

Non so se vi ho convinti, ma questa è la spiegazione fisica che mi sono dato.

[OT: facciamo un atom a microonde!


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