Paradossalmente, l’elemento con il minor carico tecnologico dell’e-sig, la cartuccia, è il più complicato da gestire.
A diretto contatto con le labbra dell’utilizzatore, la cartuccia è inserita nell’atomizzatore, o viceversa, con lo scopo di fornire al sistema la “linfa vitale” che lo fa funzionare: il liquido.
Esistono diversi tipi di cartucce, evidentemente in funzione dell’atomizzatore utilizzato.
Lo scopo principale della cartuccia è quello di tenere umido l’atomizzatore; inoltre funge da serbatoio per il liquido e da collettore per il vapore da inalare.
Il liquido nella cartuccia è raccolto in un “bicchierino” saturo di materiale igroscopico (lana di origine sintetica) ed è a diretto contatto con lo stoppino principale dell’atomizzatore; il volume del bicchierino è inferiore al volume interno della cartuccia, in modo da creare gli spazi necessari al passaggio del vapore. La quantità di liquido presente nella cartuccia varia da modello a modello: dalle 5-7 gocce della Categoria alle 12-15 della 510, variandone anche la durata.
L’efficacia della cartuccia, cioè la capacità di trasferire il liquido all’atomizzatore, è diversa tra i vari modelli e dipende anche dal materiale presente nel bicchierino. Detto ciò, sembra evidente che sia l’efficacia dell’e-sig sia i suoi costi di gestione dipendono in larga parte dalla cartuccia. Infatti la cosa più comoda da fare è sicuramente acquistare cartucce già pronte, ma questo, oltre a incidere non poco sulla spesa a lungo termine, preclude la possibilità di variare a proprio piacimento l’aroma del vapore prodotto.
E’ vero che esistono diversi produttori di liquidi (dei quali, purtroppo, a volte non si conosce l’esatta composizione) e quindi l’offerta di aromi diversi, a varie percentuali di contenuto di nicotina, è abbastanza variegata, ma volendo si può avere una scelta praticamene infinita di aromi, o loro miscele, e modulare con precisione la percentuale di nicotina da 0 a 36 mg per millilitro. Per fare ciò bisogna ricaricare in proprio le cartucce, con tutto ciò che ne consegue.
È comunque bene tenere sempre presente che la nicotina è un potente veleno, tossico per ingestione e molto tossico per contatto diretto con l’epidermide; bisogna quindi usare le precauzioni del caso maneggiando i liquidi con guanti protettivi in gomma.
Brevemente, i “refiller” (cioè coloro che scelgono di ricaricare da sé le cartucce) hanno tre principali possibilità: possono acquistare il liquido con la percentuale di nicotina desiderata e già aromatizzata, pronto per la ricarica; oppure prendere il liquido base con nicotina non aromatizzato, insieme agli aromi da mixare a piacere e in percentuali variabili; mentre i più arditi devono dotarsi di liquido base con nicotina, glicole propilenico USP o FU (conformi alle caratteristiche chimico-fisiche indicate da United States Pharmacopeia e Farmacopea Ufficiale, organismi statali di controllo degli USA e italiano), glicerolo vegetale USP o FU, acqua distillata USP o FU, aromi alimentari concentrati idrosolubili (che siano al tabacco o a qualsiasi altro gusto), guanti in lattice, contenitori da 5-10-20 ml, pipette e siringhe per manovrare le sostanze... e soprattutto tanta pazienza. In compenso potranno variare composizione e percentuale di aromi e nicotina a piacere, con evidenti vantaggi. Chi si avvicina al mondo delle e-sig può trovare tutto questo molto complicato, ma se c’è la volontà, con un po’ d’impegno e pazienza si può fare tranquillamente; inoltre in questo modo si ha un controllo quasi totale sulla composizione chimica del liquido, cosa da non sottovalutare.
Dopo varie ricariche la cartuccia inizia ad evidenziare problematiche legate all’usura della fibra igroscopica in essa contenuta, della quale non si conosce l’esatta composizione. Il sostituto più utilizzato per questo scopo è la lana in poliestere al 100%, che viene normalmente utilizzata come filtro per le cappe da cucina ed è di facile reperibilità; prima di usarla è bene farla bollire in acqua per eliminare eventuali residui della lavorazione industriale (odori chimici) .
Alcuni refiller, in aumento, adottano un medium in poliestere atossico dalla struttura spugnosa e dal colore blu (chiamato volgarmente "Blue foam", mentre diversi sono i nomi commerciali), solitamente usato come filtro negli acquari; questo nuovo tipo di materiale pare consenta un più omogeneo rilascio del liquido nel tempo, oltre che sfruttare sino in fondo la carica.
Una nota ditta produttrice di e-sig, la Janty, da diverso tempo ha annunciato che stanno per essere immesse sul mercato cartucce ricaricabili di nuovo tipo chiamate Tesla Filter. La loro caratteristica è che non avranno la consueta fibra o la nuova spugna sintetiche intrise di liquido ma un sistema di rilascio meccanico di nuova concezione, in grado di garantire durata ed efficacia maggiori. Staremo a vedere...
Per concludere, si può dire che la cartuccia, più degli altri componenti dell’e-sig, è complicata da gestire ma può regalare gustose soddisfazioni dalle infinite sfumature aromatiche.
Bruno Turi
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