In genere esistono batterie di varie tensioni, espresse in volt, e correnti, espresse in ampère. Ma anche di diversi materiali: tra le più comuni quelle al piombo o Pb, quelle nichel cadmio o Ni Cd e quelle a litio o Li Ion.
Per le sigarette elettroniche vengono utilizzate esclusivamente batterie agli ioni di litio, Li Ion, ricaricabili e protette. Questo perché sono le uniche che garantiscono una erogazione di potenza quasi omogenea sino allo scaricamento e sono le più indicate per il tipo di utilizzo.
Tra le batterie quelle al litio sono le più suscettibili, hanno bisogno di un ciclo di ricarica particolare e se sottoposte a corto circuito o inversione di polarità possono anche esplodere o incendiarsi: per questo nelle e-sig si usano batterie con particolari circuiti di protezione integrati che ne aumentano la sicurezza riducendo al minimo il rischi di danneggiamento o peggio. Le batterie hanno una vita che si misura in numero di ricariche sopportabili e varia da modello a modello: vanno da 300 circa a oltre 1.000.
La tensione di queste batterie normalmente è di 3,7 volt e la corrente da 180 a 300 milliampere ma, come si vedrà in seguito, nei BB - cioè Big Battery (le fuoriserie delle e-sig) - la tensione può raddoppiare e la corrente decuplicare.
Le batterie possono essere automatiche o manuali; le automatiche vengono attivate quando l'utente aspira dalla cartuccia: un circuito elettronico integrato nella batteria "sente" la depressione creata dall’aspirazione e attiva la batteria sino a che non si smette di aspirare. Le batterie manuali, invece, vengono attivate dal consumatore mediante un pulsante posto sulla batteria.
Normalmente usa le batterie automatiche chi predilige un utilizzo del tutto simile alla sigaretta convenzionale: aspirando, la sigaretta elettronica si attiva sino a che non si smette senza ulteriori interventi; la batteria manuale, invece, consentendo di preriscaldare per un secondo o poco più l’atomizzatore, favorisce una "tirata" più piena e soddisfacente, ma la gestione dell’alimentazione della resistenza è demandata esclusivamente all'utente.
Una batteria da 180 milliampere, che ha una vita di circa 300 cicli di ricarica, può durare da due ore di uso (non continuo ovviamente) sino a quattro: dipende tutto da come si è abituati a tirare, è quindi normale portare con sé la o le batterie di ricambio.
Per ovviare a questo inconveniente esistono modelli di sigarette elettroniche con batterie da 650mAh: un po’ a discapito dell’ergonomia del diametro, minore nella sigaretta classica, consentono di avere una carica sufficiente per una giornata intera.
Capitolo a parte meritano i Big Battery, “grande batteria” come si evince dalla traduzione del nome in inglese. Semplicisticamente sono contenitori per batterie di potenze decisamente superiori con annesso il connettore per l’atomizzatore.
Molti modelli di BB, l’acronimo internazionale, montano anche due batterie in serie mantenendo la medesima corrente fruibile da una singola batteria ma raddoppiando la tensione da 3 – 3,7V a 6 – 7,4V; la corrente in questi dispositivi varia da un minimo di 600 mAh a 3.000 mAh.
Anche l’occhio vuole la sua parte e diversi Big Battery sono diventati oggetto di culto per gli utilizzatori delle e-sig, oggetti veramente raffinati di bella e pregevole fattura, in ottimi materiali e anche abbastanza costosi. Come in tutti i campi gli smanettoni (e non solo) colpiscono anche qui: si dilettano nella realizzazione dei più svariati dispositivi (MOD) che possano dare ai loro atomizzatori la massima potenza possibile... sino a incenerirli.
Vantaggi, rischi e curiosità connessi all’uso dei BB verranno trattati in un apposito articolo.
Bruno Turi





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